Mestieri scomparsi - Lo stagnino

Fino a cinquant'anni fa l'acqua non usciva dai rubinetti, e le persone dovevano andare al pozzo o alla fonte utilizzando recipienti in rame: mezzine, paioli o catinelle, invece i catini, le bacinelle e gli imbuti erano in alluminio. Questi contenitori, con l'usura, potevano rompersi o forarsi. In quell'epoca l'idea di buttare gli oggetti non esisteva, pertanto serviva lo stagnino che riparava i fori sul fondo dei recipienti, risistemava manici o altre parti danneggiate e con leggere martellate rimodellava un oggetto ammaccato. Nella sua bottega era sempre presente un fuoco di carbone alimentato da un mantice. Sui carboni veniva deposto un saldatore: un cuneo di rame con un lungo manico di metallo e legno. Quando il saldatore era rovente, lo stagnino lo usava per fondere bacchette di stagno sui punti da riparare: qualche colpo di martello, un tocco di lima e l'utensile era riparato.

 

 


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